L'inchiesta
Andrea Sempio e Alberto Stasi
Il delitto di Garlasco è a un punto di svolta: la genetista Denise Albani, incaricata di una nuova perizia genetica, ha rilevato una "piena concordanza" tra l'aplotipo Y, un tratto genetico che identifica la linea paterna, trovato sotto le unghie della vittima Chiara Poggi e la linea paterna di Andrea Sempio, indagato per l'omicidio.
Questa scoperta rovescia le conclusioni delle precedenti analisi, in particolare quelle del genetista Francesco De Stefano, accusate da Albani di essere state condotte su campioni non omogenei e parzialmente misti. La perizia di Albani ha evidenziato infatti la presenza di un aplotipo parziale misto che coinvolge dodici marcatori genetici, rafforzando così il valore di compatibilità tra il DNA trovato sulla vittima e la famiglia di Sempio.
La genetista Denise Albani
La traccia genetica riguarda in particolare un dito della mano di Chiara Poggi, cosa che apre due principali ipotesi investigative: il DNA potrebbe essere stato lasciato in un contatto diretto durante il delitto oppure potrebbe esserci stato un trasferimento indiretto. Questi aspetti saranno dibattuti in un'udienza fissata per dicembre, momento cruciale in cui si discuterà della natura e della provenienza di quella traccia. I legali della difesa di Sempio hanno espresso cautela, sottolineando la mancanza di dati decisivi e mostrando serenità rispetto alle nuove evidenze.
Denise Albani è una figura di spicco nel campo della genetica forense, già parte del gabinetto di polizia scientifica dal 2016, con un percorso accademico presso l'Università di Tor Vergata. Il suo lavoro su questo caso ha messo in luce la complessità dell'analisi genetica nelle indagini criminali e ha dimostrato come le tecniche biostatistiche avanzate possano ribaltare interpretazioni che sembravano definitive. Il caso di Garlasco dimostra come la genetica, pur essendo uno strumento fondamentale, possa essere interpretata in modi diversi, soprattutto quando i campioni non sono omogenei o sono parziali, e come ciò influenzi la percezione della verità giudiziaria.

La Procura di Pavia
Inoltre, questa nuova perizia ha riacceso il dibattito sulle modalità con cui si raccolgono e interpretano le prove nel sistema giudiziario italiano, mettendo in evidenza le difficoltà di formare un quadro probatorio definitivo in un caso così complesso e mediaticamente rilevante. L’analisi di Albani, infatti, contrappone la sua metodologia e i suoi risultati a quelli antecedenti, sottolineando l'importanza di una rigorosa omogeneità nella gestione delle tracce biologiche per evitare confusione nei processi.
L'avvocato Antonio De Rensis
Nel frattempo la difesa di Alberto Stasi, condannato per l'omicidio di Chiara Poggi, starebbe pensando di presentare una richiesta di revisione del processo sulla base delle novità emerse dall'indagine della procura di Pavia. Secondo il Tg1, tutto dipenderà dall'esito delle ultime analisi sul materiale genetico rinvenuto sulle unghie della vittima. "La storia è all'inizio, credo che sarà avanzata una richiesta di revisione. Come con la strage di Erba sarà trattata dalla Corte di Appello di Brescia", ha spiegato al telegiornale di Rai 1 Guido Rispoli, procuratore generale di Brescia.
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