L'inchiesta
Rita Cavallaro
Un nuovo importante sviluppo emerge nell'inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nel 2007 a Garlasco. Il DNA ritrovato sulle unghie della vittima, attribuito dall'accusa ad Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso, come riporta la giornalista Rita Cavallaro in un pezzo a sua firma, sarà ora analizzato più approfonditamente per risalire alla linea paterna della persona che ha lasciato quella traccia. A rivelarlo è la genetista Denise Albani, perito del giudice, nel documento d’udienza visionato da Il Tempo che attesta come il DNA sulle unghie di Chiara sia compatibile con la famiglia Sempio.
Albani, come riporta il quotidiano, spiega che il materiale genetico rinvenuto non è un profilo autosomico identificativo di una singola persona, ma un aplotipo parziale, tipico della linea paterna condivisa dai soggetti imparentati con quella famiglia. Nel corso della perizia, la genetista sottolinea che le analisi non sono state condotte in condizioni ottimali, con volumi differenti di campioni, e che per avere un risultato consolidato sarebbe necessario almeno due sessioni di analisi in condizioni paritetiche. “Non potrà mai dire che quel profilo è di Tizio, perché è proprio concettualmente sbagliato essendo un aplotipo,” puntualizza Albani, ma conferma che l’indagine genetica potrà indicare un contesto familiare di appartenenza, “sicuramente non va a individuare una singola persona".

Chiara Poggi
Il documento di 31 pagine, riporta sempre il pezzo scritto da Rita Cavallaro, critica una precedente perizia, enfatizzando che i risultati usati dall'accusa contro Alberto Stasi furono errati, dato che quei profili furono considerati degradati senza una replica analitica valida. “Quello che emerge per quanto riguarda il quinto dito destro è un aplotipo parziale misto per un totale di dodici loci tipizzati,” spiega la genetista, mentre per il primo dito sinistro si parla di dieci loci. L’analisi, che sarà conclusiva con la perizia definitiva prevista per il prossimo 18 dicembre, dunque potrebbe confermare la compatibilità del DNA con la famiglia Sempio, senza però individuare un singolo individuo.

Andrea Sempio
Il caso rimane aperto con nuovi risvolti investigativi: nel frattempo, il team difensivo di Sempio si è riunito a Roma per preparare la strategia in vista delle nuove evidenze. Parallelamente, procede l’indagine su un altro fronte legato alla corruzione, con una perquisizione effettuata a una casa dell’ex carabiniere Silvio Sapone e il ritrovamento di una cassaforte, nell’ambito delle accuse che coinvolgono anche l’ex pm Mario Venditti e Giuseppe Sempio.
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