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L'inchiesta

Delitto di Garlasco, lo scoop del Tg La7: "La verità del verbale secretato sul dna sotto le unghie di Chiara Poggi". Si capirà se è di Sempio: ecco cosa emerge

La genetista Albani sarebbe propensa ad attribuirlo alla linea genetica paterna della persona e non a un singolo individuo che lo ha lasciato sul corpo di Chiara

Caterina Iannaci

26 Novembre 2025, 13:56

Chiara Poggi

Chiara Poggi

La delicata questione del DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, al centro del processo contro Andrea Sempio, è ora in mano alla genetista Denise Albani, nominata dal tribunale di Pavia. Durante lʼudienza secretata del 26 settembre, la Albani ha precisato che quel DNA non può essere attribuito a un singolo individuo, ma solo alla "linea genetica paterna" della persona che lo ha lasciato sul corpo della vittima, in particolare sul mignolo della mano destra e sul pollice della sinistra.

Per la procura, quel DNA appartiene alla linea paterna di Sempio, tesi che sosterranno in un eventuale processo, ma la decisione finale spetta ora alla certificazione del tribunale. Tg La7 ha avuto modo di leggere il verbale integrale di quell'udienza che di fatto è la premessa del risultato a cui arriverà la Albani, come scrive Carmelo Schininà.

La genetista Denise Albani

La genetista ha sottolineato che "si tratta di profili genetici parziali, non consolidati e, per di più, misti" e ha chiarito che "non potrò mai dire che quel profilo è di Tizio perché concettualmente sbagliato". La Albani ha ribadito che non si può identificare una singola persona, ma solo il contesto familiare di appartenenza. Queste affermazioni sono state alla base delle recenti difese che hanno cercato di mettere in discussione la certezza dell'accusa contro Sempio.

Per chiudere il quadro investigativo, la genetista ha annunciato che eseguirà ulteriori confronti del DNA con quello di Andrea Sempio, di Alberto Stasi, e di tre amici di Sempio: Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti. Saranno inoltre coinvolti altri esponenti della polizia giudiziaria che nel 2017 lavorarono sulla scena del delitto, ma dei quali non dispone ancora del DNA.

Solo alla fine di questo confronto si potrà capire se il risultato darà ragione alla procura di Pavia, che si basa anche su altre prove come la consulenza Bpa, la relazione dellʼanatomopatologa Cristina Cattaneo e lʼimpronta 33 rinvenuta sul muro di casa Poggi. La decisione finale sullʼattribuzione del DNA, attesa entro il 18 dicembre, sarà fondamentale per chiarire la presenza o meno di Andrea Sempio sulla scena del delitto, una scelta destinata a influire profondamente sul corso del processo.

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