Economia
L'ad di Mps Lovaglio
Dopo otto mesi Mps Siena chiude la scalata su Piazzetta Cuccia, completando così la grande operazione che la proietta di nuovo nell’olimpo della finanza: l’opas, riaperta dal 16 settembre ad oggi, si è ufficialmente chiusa con l’86,33% di adesioni, registrando un ultimo sprint sul finale rispetto alle azioni conferite dai soci venerdì scorso (che arrivavano al 70,48% del capitale).
Gli scenari
Come analizza Il Sole 24 Ore Radiocor, la soglia finale ora apre la strada alla fusione tra i due istituti, ma senza che sia scattato l’obbligo all’acquisto da parte di Rocca Salimbeni delle quote residue (visto che le adesioni complessive non hanno raggiunto la soglia del 90%, dopo la quale scatta in automatico la cosiddetta “Opa residuale”, che dà un ultimo diritto di uscita ai soci di minoranza).
In ogni caso, la presa del Monte dei Paschi su Piazzetta Cuccia permetterà al management di Siena di realizzare in fretta e agevolmente le sinergie industriali stimate nel piano dell’a.d. Luigi Lovaglio, incluso un eventuale delisting della banca d’affari milanese.
Tante le ipotesi al momento sul piatto (compresa ovviamente la fusione), che prevedono diversi gradi di autonomia per la Mediobanca del futuro all’interno del nuovo gruppo allargato. Ora la palla resta nelle mani di Siena che entro l’assemblea del 28 ottobre, con il cda e il ceo Alberto Nagel già dimissionari, dovrà indicare i nuovi traghettatori per gestire questa fase di transizione.
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