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Siena

Palio di Siena. La Torre e il segreto del Masgalano: un popolo che vince insieme

Parlano i protagonisti: “Dietro ogni trionfo mesi di lavoro, mani esperte e giovani energie tra passione e unità senza età”

Andrea Bianchi Sugarelli

23 Agosto 2025, 07:00

torre masgalano

Dietro il trionfo, la fatica. Dietro la perfezione della comparsa, una macchina fatta di persone, mani, silenzi, scambi di sguardi, sorrisi e qualche tensione che si scioglie solo dopo l’ultimo applauso. Nella contrada della Torre il Masgalano - vinto quest’anno per la terza volta consecutiva ed opera della torraiola Laura Brocchi che richiama la tradizione e il lavoro collettivo – è il compendio di mesi di lavoro e di una dedizione che non si esaurisce in pochi giorni.

Chi vede sfilare i monturati in Piazza del Campo, non può immaginare l’impegno maniacale che si svolge dietro le quinte, in quei locali dove la stoffa odora di amido e le aste delle bandiere vengono pesate e ripassate una ad una, dove ogni monturato viene seguito passo passo, dove la manutenzione è un rituale che dura tutto l’anno. Ed è qui che nasce la vittoria della Torre, che con 680 punti si è lasciata alle spalle la Chiocciola (677 punti) e l’Istrice (675), riscrivendo ancora una volta la storia del Masgalano.



Il cuore del gruppo: generazioni e saperi che si intrecciano

“L’economato della Torre è solido: deriva da una gestione valida che è proseguita con continuità per oltre dieci anni ed è frutto di un percorso iniziato molto tempo fa. Funziona molto bene anche il reparto dei gruppi di appoggio, dalle bandieraie alle monturaie, che rappresenta un aiuto enorme e fondamentale. Un aspetto davvero bello è la presenza di persone di tutte le età, dai ragazzi di vent’anni fino a uomini e donne di cinquanta, sessanta anni: più generazioni che lavorano insieme per un bene comune. C’è inoltre un nutrito gruppo impegnato nell’artigianato, a conferma di una macchina che procede ben oliata”. A parlare è Leonardo Provvedi che vive il ruolo con attenzione e orgoglio.

“Il nostro capo economo, Sergio Nuvola, sta guidando alla perfezione questa macchina, che è in viaggio da tempo e in piena continuità con il precedente economato. Personalmente, mi occupo di tutto ciò che riguarda le bandiere con l’indispensabile contributo delle ‘bandieraie’, alle aste ovviamente in collaborazione con gli alfieri di Piazza mentre i tamburini si autogestiscono, anche loro condividendo con l’economato”.

Per Provvedi, la vittoria di quest’anno ha un sapore ancora più speciale: “Una doppia soddisfazione, non posso nasconderlo, perché uno degli alfieri è mio figlio Tommaso. Vederlo vincere prima il Minimasgalano, poi il Masgalano sia nel 2023 sia nel 2025, è per me motivo di grande gioia. Inoltre, da ex alfiere di Piazza e oggi Rotellino, provo un’emozione unica quando a fianco del figliolo pronuncio la mitica frase ‘avanti Torre’”.

Il valore del Masgalano va oltre i numeri e le classifiche: “Parlando con sincerità, la Torre non corre il Palio da due anni e stiamo attraversando un periodo non felice. Tuttavia, il Masgalano dimostra l’attaccamento e la passione di questi ragazzi per la Contrada, la loro voglia e fame di Torre. Dedicano anima e cuore al rione, al tamburo, alle bandiere. È una mentalità positiva e per raggiungere certi risultati serve proprio questa dedizione. Stiamo parlando di giovani di 17-20 anni. Faccio i miei complimenti a loro e a tutto l’economato”.


Le mani delle donne: la pazienza che vince

C’è un punto fisso, durante l’anno, in Contrada. Nelle stanze di Salicotto, le mani delle donne della Torre non si fermano mai. Paola Rosini, che si occupa di monture e manutenzione, racconta: “Si è creato un bel gruppo, composto da chi si occupa delle parrucche, del cucito, dello stiro. Durante tutto l’anno ci ritroviamo regolarmente per occuparci della manutenzione: anche durante l’inverno ci vediamo una volta a settimana per portare avanti il lavoro. Solo sistemare e rammendare le calzamaglie richiede molta pazienza ed è un’attività laboriosa. Allo stesso modo, il gruppo delle bandieraie e quello della pittura, che si dedicano ai ritocchi, sono molto impegnati. Sono presenti diversi settori, tutti molto attivi”.

Ogni incontro, per loro, è anche un modo per confrontarsi e tramandare saperi: “Il nostro è un punto di ritrovo fisso tra generazioni diverse: questo ci dà la possibilità di confrontarci, di creare gruppo, ed è davvero piacevole. Quando abbiamo vinto il primo Masgalano abbiamo controllato ogni dettaglio con attenzione; la prima vittoria ci ha colte di sorpresa, la seconda è stata una grande soddisfazione, mentre per la terza, di quest’anno, ci siamo impegnate moltissimo e ci abbiamo creduto davvero tanto”. E aggiunge: “Accompagnare i monturati è fondamentale ed è un aspetto molto importante di tutto il nostro lavoro. C’è una grande responsabilità in quello che facciamo”.



Lavoro di squadra e piccoli gesti, la forza di un gruppo

Niccolò Sabatini è uno di quelli che si occupano un po’ di tutto, dalle armature ai braccialetti: “Siamo un gruppo affiatato e lavoriamo molto bene insieme. Io sono entrato in Piazza due volte e l’adrenalina fa davvero la differenza. Bisogna essere pronti anche ad adattarsi, perché se si è fuori peso o con una taglia in più, la montura resta comunque quella”. Il suo racconto è ricco di dettagli: “Fare l’economo è una vera avventura, fatta di sacrifici che durano tutto l’anno. L’armatura del duce è molto particolare, richiede attenzione, prima di montarla nel manichino la lucidiamo così come prima della vestizione e poi, nel Casato, facciamo qualche ritocco all’ingresso in Piazza”.

Anche lui, come altri, sottolinea la sorpresa e la gioia: “Nel mio primo mandato ho vinto due Masgalani di fila. Per agosto non ero convinto di riuscirci di nuovo, invece, quando è arrivata la notizia, l’ho accolta con grande entusiasmo. La gioia negli occhi degli alfieri che hanno esordito è stata bellissima; tutta la comparsa si è comportata in modo eccellente, con coordinazione e diligenza. È stata un’esperienza molto bella e costruttiva perché non avevo mai vissuto il dietro le quinte in questo modo”.


Il valore della scuola e il passaggio generazionale
Lorenzo Manganelli è stato il primo a congratularsi con tutti per la vittoria, e il suo entusiasmo è condiviso da Andrea Bruni, economo da anni e ormai veterano del gruppo. “Questo è il mio quarto Masgalano, perché già nel 2014 ero monturato come paggio al paggio. Ogni volta è sempre una grande emozione e motivo di orgoglio. In questi anni, come economi, abbiamo voluto coinvolgere i ragazzi più giovani, permettendo loro di migliorarsi: oggi possiamo contare su una scuola tamburini e alfieri davvero perfetta. Capo tamburino è Timoteo Redditi, affiancato da Simone Papini e Federico Negro; il capo alfiere invece è Paolo Pennino, vice capo alfiere è Tommaso Provvedi, aiutati dagli altri ex alfieri di Piazza. Con loro diventa tutto più semplice, sono davvero bravissimi”.
Bruni sottolinea aspetti non secondari: “L’economato è un bellissimo gruppo in cui ci aiutiamo a vicenda e lavoriamo sempre insieme. Sergio è il nostro ‘comandante’ e lavorare con lui rende tutto più facile. Un ringraziamento particolare va alle bandieraie e alle donne che si occupano delle monture: sono sempre disponibili e ci aiutano a vestire la comparsa”.
Il passaggio di testimone è evidente anche nella scelta dei monturati: “Il ruolo dell’economo comprende anche la scelta dei ragazzi giusti, persone che si sono meritate questa possibilità nel corso dell’anno e che rappresentano la Contrada con fierezza. Far entrare i giovani e permettere loro di vivere questa esperienza è una grande soddisfazione, sia per me che per tutto l’economato. Siamo davvero molto orgogliosi”.

Il segreto di una vittoria

Il coordinamento di questa macchina è affidato a Sergio Nuvola, capo economo, che guarda al risultato con orgoglio e lucidità: “Il terzo Masgalano consecutivo è un risultato che rappresenta sicuramente costanza, impegno ed entusiasmo nel voler migliorare sempre e raggiungere ogni volta lo stesso obiettivo. Quando la comparsa entra in Piazza, l’intento è sempre quello di dare il massimo e ottenere il miglior risultato possibile. C’è grande soddisfazione da parte di tutta la contrada e dell’economato: da chi si occupa delle monture alle bandieraie, dal capo tamburino al capo alfiere. Le nostre donne sono da ringraziare per l’impegno costante, si occupano delle parrucche e delle cuciture, e ci aiutano sia nel giorno del giro che nella vestizione della comparsa”.

Nuvola aggiunge: “Per vincere così tanti Masgalani e il terzo consecutivo non credo ci sia un vero segreto, se non quello di tramandare il sapere di generazione in generazione. Io, come altri, ho avuto l’opportunità di imparare da chi mi ha preceduto: ad esempio Stefano Dionisi è sempre presente così come il supporto costante di Federico Boldrini e Alessandro Brocchi durante tutto l’anno. Possono darti un consiglio, avere uno sguardo diverso dal tuo e aiutarti a evitare errori che magari da solo potresti non notare. Più persone coinvolgi, meno sono i rischi di sbagliare. Oltre a loro, è fondamentale il lavoro delle donne che si occupano delle monture e delle parrucche: c’è sempre da rammendare, sistemare o modificare una montura perché possa andare bene al momento giusto. Per quanto riguarda le parrucche, le ragazze vi dedicano molto tempo, anche solo dopo la Passeggiata Storica, per risistemarle e rimettere i bigodini”.

La lista dei compiti è lunga: “C’è poi il gruppo delle bandieraie - prosegue - che durante l’anno si occupa di rammendare e mantenere le varie bandiere: quelle da Piazza, da giro e da allenamento. Anche loro sono fondamentali, come tutta la squadra dell’economato. In più, ci sono figure come il capo alfiere e il capo tamburino che sono affiancati da altri collaboratori fondamentali anche per la manutenzione. Ad esempio, ogni anno, prima del giro, i tamburi vengono smontati, controllati, rimontati e preparati per l’evento”.

Il coinvolgimento è decisivo: “Tutto questo è una macchina complessa in cui molte persone lavorano insieme verso lo stesso obiettivo. Il punto fondamentale - secondo Nuvola - è coinvolgere il maggior numero di persone possibile, in modo da avere aiuto da tutte le parti. Abbiamo, ad esempio, un gruppo di supporto all’economato composto da 50-60 persone che durante l’anno, e soprattutto nei giorni del Palio, aiutano nei vari compiti: l’economato non riguarda solo la sfilata, ma anche l’allestimento braccialetti, il montaggio dei tavoli e molto altro. Insomma, tante persone ruotano intorno a questo lavoro e il loro aiuto è davvero fondamentale”.

Un lavoro che non si ferma mai: “C’è pure una squadra, composta da altri contradaioli, che durante l’inverno si riunisce la sera per occuparsi della manutenzione di tavoli e sedie. Anche loro sono sempre disponibili durante l’anno: si tratta di un lavoro impegnativo, che occupa tutto l’inverno per arrivare poi al massimo della perfezione in vista dell’estate” precisa Nuvola.

La selezione dei monturati non è mai casuale: “La scelta dei monturati per la comparsa – afferma il capo economo - viene fatta insieme alla dirigenza. Abbiamo reinserito i ragazzi che, lo scorso agosto, a causa del maltempo, non erano riusciti a sfilare sul tufo. Inoltre, per quanto riguarda ora luglio, mancava il popolino, quindi abbiamo rifatto la selezione anche per la comparsa di agosto. La scelta dei monturati avviene valutando l’impegno che ciascuno ha dimostrato in contrada durante l’anno. Si tratta di un riconoscimento, un premio dato al singolo contradaiolo per il lavoro svolto e la dedizione dimostrata nel corso dell’anno”.

I nomi dei monturati

Dietro la perfezione della comparsa, ci sono i volti e i nomi di chi, a luglio e agosto, ha portato con orgoglio il vessillo torraiolo sul tufo.
Per la comparsa di luglio, Federico Negro ha dato il ritmo come tamburino, seguito dagli alfieri Tommaso Provvedi e Tommaso Alberti. Gli uomini d’arme erano Leonardo Casini e Jacopo Bani, mentre Michele Bellandi ha ricoperto il ruolo di duce. I paggi porta insegna: Riccardo Papei e Luigi Carapelli e il paggio maggiore Daniele Cultrera. Filippo Corti è stato il vessillifero del popolo, seguito dal gruppo del popolo composto da Marco Turillazzi, Victor Testi, Pietro Sabatini, Vittorio Corsoni, Paolo Massari e Michele Rigacci.
Ad agosto, il tamburino è stato Dario Papini, con gli alfieri Tommaso de Romanis ed Edoardo Bolognesi, mentre Andrea De Romanis e Gianni Bolognesi erano gli uomini d’arme, guidati dal duce Francesco Bellandi. Fabio Salvini e Mirko Sampieri hanno portato le insegne come paggi, insieme a Matteo Mucciarelli come paggio maggiore. Pietro Landi è stato il vessillifero del popolo, mentre nel popolino hanno sfilato Guido Innocenti, Mattia Sampieri, Lorenzo Grossi, Axel Pedani Savelli, Alberto Morbidi e Francesco Nicolelli

Un risultato che nasce lontano dai riflettori

Quando la comparsa entra in Piazza, ogni dettaglio – dalla manutenzione delle bandiere ai bigodini delle parrucche, dalla lucidatura delle armature ai turni per dare gli ultimi ritocchi – trova il suo apice. Il Masgalano, per la Torre, è il sigillo di un metodo e di una passione, di una comunità capace di trasformare la fatica di tanti in un’unica, perfetta armonia. Ed è così che, dietro le impeccabili comparse, si nasconde il vero segreto: il lavoro collettivo, il rispetto delle tradizioni, la capacità di unire persone di ogni età intorno allo stesso obiettivo.

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