Il caso
Selvaggia Lucarelli e Albina Perri
Selvaggia Lucarelli torna a punzecchiare la collega Albina Perri e la rivista Giallo, che da tempo si occupa dell’annoso caso del delitto di Garlasco e della nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi. Con un pezzo pubblicato sul Fatto Quotidiano la popolare giornalista e personaggio tv ha attaccato, non senza ironia, la direttrice del settimanale, che a suo parere sarebbe troppo schierata con la tesi dell’innocenza di Alberto Stasi.
“Se sul caso Alberto Stasi si è ormai creata una feroce e incrollabile corrente innocentista che ritiene il povero Alberto una vittima della cattiva giustizia, il caso Giallo ha invece un colpevole certo - sottolinea la Lucarelli - la direttrice Albina Perri, ormai ribattezzata Albina Perri Mason per il suo ineffabile fiuto investigativo” è l’ironico appellativo usato dalla Lucarelli, che richiama la celebre serie tv con protagonista l'avvocato Perry Mason.
Alberto Stasi
La Lucarelli non lesina attacchi: “Le piste più comiche - evidenzia - la rivista ha ospitato un intervento di un lettore, secondo cui Alberto è innocente perché stava completando la tesi”. Non è finita qua, perché anche su X la giudice di Ballando con le Stelle ha proseguito con le sue punzecchiature proponendo una iniziativa editoriale del settimanale. “E con la cartolina per mandare messaggi di affetto a un condannato in via definitiva (Alberto Stasi) per aver massacrato la fidanzata direi che Albina Perri Mason ha toccato le vette più alte di tutte” è l’ulteriore stilettata.
Chiara Poggi
Le parole della Lucarelli non scalfiscono però il pensiero della direttrice di Giallo. “È stato mandato in galera un ragazzo sulla base di indizi che non sono per nulla gravi, precisi e concordanti come prevede la nostra legge - ribadisce la Perri in un video postato sui propri canali social - non possiamo pensare che Stasi sia in galera dopo due assoluzioni, sulla base di indizi sicuri, la nuova inchiesta non sarebbe stata certo riaperta. Se ne parliamo è perché ci sono tanti dubbi, su come è stata condotta l’inchiesta, basti pensare al caso della garza, tutto può essere stato contaminato. C’è una persona in galera, e non è degno di un paese civile, non possiamo pensare che sia corretto che Stasi stia in prigione per questo. Dobbiamo dirgli ci dispiace, è in prigione sulla base di indizi incerti e per nulla concordanti, ma non devono esserci dubbi”.
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