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La vertenza

Beko Siena, il governatore Giani svela tre nuove ipotesi per il sito di viale Toselli

Si aprono varie piste, dai rifiuti elettronici ad aziende per il data center a imprese attive nel settore degli impianti per la catena del freddo per il biomedicale

Gennaro Groppa

18 Settembre 2025, 06:03

Beko, incontro candidati Siena

Incontro tra i candidati alla Regione su Beko

Dai rifiuti elettronici ad aziende per il data center a imprese attive nel settore degli impianti per la catena del freddo per il biomedicale: il governatore Eugenio Giani parla dei settori operativi delle aziende che si sono fatte avanti con Sernet per la reindustrializzazione del sito Beko di viale Toselli. E aggiunge: “Sarebbe interessante coinvolgere aziende impegnate nello sviluppo sostenibile, questione cruciale per i prossimi anni.

Come Regione Toscana siamo disponibili ad aumentare gli incentivi di investimento nei confronti di chi arriverà in viale Toselli. E dico che l’ipotesi ‘spezzatino’ per lo stabilimento non mi piace”. E’ stato effettuato ieri pomeriggio a Siena il primo dibattito pubblico tra i tre candidati alla presidenza della Regione Toscana in questa campagna elettorale di un mese che porterà al voto del 12 e 13 ottobre. Eugenio Giani, Alessandro Tomasi e Antonella Bundu erano ieri pomeriggio nella Saletta dei mutilati per parlare della vertenza Beko.

Il dibattito si snoda sulle prospettive di sviluppo dello stabilimento, su quanto il settore pubblico potrà agevolare la presenza di uno o più gruppi industriali nel sito produttivo di viale Toselli, sulle necessità della fabbrica. Mentre il governatore in carica, e candidato del centrosinistra Eugenio Giani, sottolinea il lavoro fatto fino a oggi anche dalla Regione Toscana nella vicenda Beko, il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi parla dell’importanza di riuscire a parlare il prima possibile con il gruppo, o i gruppi, che saranno scelti per la reindustrializzazione.

La candidata di Toscana Rossa, Antonella Bundu, parla di gap infrastrutturali nel territorio senese, problema che condiziona anche la presenza, l’arrivo e lo sviluppo di gruppi industriali. Così Giani: “Ricordo il primo incontro che effettuammo con i responsabili Beko, un frangente molto duro, ci trovammo di fronte a dei rappresentanti di ghiaccio. Tanto lavoro è stato fatto per fare in modo che Invitalia acquistasse lo stabilimento. Siamo accanto ai lavoratori nel nuovo percorso di formazione e vogliamo essere accanto all’azienda che arriverà in viale Toselli anche con incentivi. A me non piace l’ipotesi ‘spezzatino’, preferisco una prospettiva unitaria. Cerchiamo un unico soggetto che sappia dare una prospettiva”.

“In tutta la Toscana e nel territorio senese si vive un’emergenza relativa al lavoro, tra deindustrializzazione e perdita di occupazione e del manifatturiero – sono state le parole del candidato del centrodestra, Alessandro Tomasi. – Siena ha tutte le caratteristiche per risorgere ma intanto si deve attenuare il gap infrastrutturale che è un deficit pesante per quest’area geografica. Il sindaco Nicolatta Fabio e il vicesindaco Michele Capitani sono stati coraggiosi ed efficaci nella vertenza Beko, e sono stati il canale diretto con il governo Meloni. Il settore pubblico può agevolare le aziende con incentivi e sgravi e creare le migliori condizioni per chi è interessato a investire. La proprietà pubblica dello stabilimento sarà una garanzia”.

Dure le parole di Antonella Bundu, candidata di Toscana Rossa, utilizza parole dure: “Beko ha avuto un atteggiamento predatorio. Sembra che siano arrivati a carpire il know how per poi chiudere lo stabilimento e andare via. Questo territorio ha bisogno di lavoro e di occupazione, qui si sta vivendo un lento declino, e abbiamo la necessità di infrastrutture moderne. È evidente che manchi una politica industriale. Leonardo, di cui si è parlato, non è a nostro avviso la soluzione migliore. Diciamo no a un’economia di guerra, il territorio ha bisogno di altro. E sicuramente necessita di lavoro stabile e sicuro”.

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