Il caso
Il consulente Dario Redaelli
Emergerebbe, secondo alcune indiscrezioni, un nuovo importante dettaglio nelle indagini sul delitto di Chiara Poggi: secondo quanto riferito durante Ignoto X su la7, un’impronta insanguinata è stata individuata sulle scale interne della villetta di via Pascoli, precisamente sul primo gradino che conduce al piano superiore, dove venne trovata la vittima. Questa traccia, sarebbe stata rilevata con la nuova Bloodstain Pattern Analysis (BPA) effettuata dal RIS di Cagliari, non appartiene a Chiara Poggi e ancora oggi non è stata attribuita a nessuno, rendendo necessari esami specifici e approfonditi. Se confermata, l’impronta potrebbe essere messa a confronto con la cosiddetta “impronta 33”, un’impronta palmare rinvenuta sul muro delle scale e attribuita dalla Procura di Pavia all’indagato Andrea Sempio.
Sempre a Ignoto X, al riguardo dell'impronta 33, ha parlato il consulente Dario Redaelli, che ha precisato di attenersi a quanto già osservato dal medico legale della difesa di Alberto Stasi nel 2007, il quale per primo valorizzò quella traccia ma senza mai identificarla come un’impronta di palmo insanguinato. “Io mi rimetto alle considerazioni del medico legale della difesa Stasi nel 2007, il professor Avato. Fu il primo a valorizzare quella traccia, ma non parlò mai di un palmo della mano insanguinato” ha detto.
Rilevò inoltre che le misurazioni effettuate allora mostravano dimensioni incompatibili con una mano sinistra, confermando che "ognuno può verificarlo". Questi elementi sottolineano le difficoltà interpretative del nuovo documento BPA, che deve essere valutato tenendo conto dei limiti della documentazione originaria, e suggeriscono di prendere con cautela le nuove ipotesi sulla dinamica del delitto.
L'impronta 33
La nuova relazione BPA, molto più estesa e dettagliata rispetto alla precedente, conta circa 300 pagine contro le 19 del 2007. Essa descrive la scena del crimine in quattro fasi principali, partendo dalla porta d’ingresso, attraversando le scale, fino alla cantina e al tavolinetto vicino al telefono. Questa ricostruzione mette in discussione alcune conclusioni degli investigatori di allora e potrebbe rivoluzionare il quadro delle responsabilità, influenzando il ruolo accusatorio nei confronti di Andrea Sempio e Alberto Stasi, entrambi indagati per concorso in omicidio.
Tuttavia, gli esiti completi della nuova BPA sono ancora coperti dal segreto istruttorio e non sono stati notificati alle parti coinvolte, lasciando aperta la strada a ulteriori sviluppi e verifiche. La procura di Pavia ha dunque davanti a sé un passaggio cruciale per rivedere le prove raccolte in questi quasi vent’anni di indagine e per accertare eventuali incongruenze con le ricostruzioni precedenti che hanno portato alla condanna in via definitiva di Stasi.
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