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Delitto di Garlasco, l'appello di Sansonetti a Dritto e Rovescio: "Tirate fuori Stasi dalla prigione, probabilmente è innocente". Il giornalista tuona: "Ci sono più assoluzioni che condanne"

Il giornalista su Rete4: "Certamente non ha addosso un monte di prove così forte"

Caterina Iannaci

04 Ottobre 2025, 13:32

Piero Sansonetti

Piero Sansonetti

A "Dritto e Rovescio" su Rete4 si è acceso un dibattito sulle novità riguardanti il caso Garlasco, che continua a tenere alta l’attenzione mediatica dopo oltre quindici anni. Al centro della discussione c’è Andrea Sempio, recentemente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Due nuovi elementi emergono nel processo: un pizzino che sembrerebbe indicare un tentativo di corruzione nei confronti dell’allora procuratore di Pavia, Mario Venditti, e una serie di intercettazioni del 2017 riguardanti Sempio e la sua famiglia, finora mai trascritte né prese in considerazione.

Piero Sansonetti, direttore de L’Unità, esprime una posizione chiaramente schierata sulla vicenda, dichiarandosi sempre più convinto dell’innocenza di Alberto Stasi, altro protagonista del caso. Pur mostrando sfiducia verso le intercettazioni, Sansonetti afferma: "Ma volete tirare fuori dalla prigione quel poveretto che probabilmente è innocente e certamente non ha addosso un monte di prove così forte? Ci sono due assoluzioni e una condanna, assolto in primo grado, assolto in secondo grado, condannato solo nell’appello fatto rifare dalla Cassazione, due a uno. Se facciamo il conto calcistico ci sono più assoluzioni che condanne".

Dall’altro lato, Ilaria Cavo di Noi Moderati corregge la narrazione, sottolineando l’importanza delle sentenze: "Alberto Stasi è stato assolto in primo e secondo grado, ha avuto una Cassazione che ha riformato la sentenza e l'ha rimandata indietro, perché ha avuto dubbi sulla sua assoluzione, è stato condannato nel secondo grado-bis, è stato ri-condannato da una Cassazione. Questo per mettere sulla bilancia il fatto che non ci sono solo tutte le Procure che stanno indagando ora, abbiamo però anche quelle sentenze".

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Sansonetti critica inoltre l’uso delle intercettazioni come strumento investigativo, definendolo "un disastro": "Io non mi sono mai fidato delle intercettazioni, mai. Io penso che l'uso smodato delle intercettazioni sia un disastro. È diventato quasi l'unico strumento d'indagine che oggi usano i pm. Se io e te facciamo una telefonata, la intercettiamo e la copiamo la si può interpretare probabilmente in modo opposto rispetto alle cose che ci siamo detti, perché abbiamo dei gerghi, parole chiave, manca il pezzo prima, quello dopo. Se ci basiamo sulle intercettazioni io non credo a nulla".

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Sul pizzino, Sansonetti si mostra più prudente: "Il pizzino mi sembra una cosa un po' più complicata da scartare, non mi sembra molto forte l'interpretazione data per le carte giudiziarie. Però anche il pizzino sicuramente non è una prova, ci vuole qualcosa di più. Su gip e pm io ho forti dubbi, sappiamo tutti che i gip fanno esattamente quello che dicono loro i pm".

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