L'inchiesta
Il famoso scontrino di Sempio
È il nuovo caso nel caso quello dello scontrino di Sempio, l’alibi principale del nuovo indagato per la morte di Chiara. Torna in discussione quel foglietto del parcheggio di Vigevano datato al mattino del 13 agosto 2007 per dimostrare di non essere presente sulla scena del crimine. Questo scontrino è stato a lungo considerato una prova chiave per escludere ogni suo coinvolgimento.
Tuttavia, nelle ultime settimane una testimonianza ritenuta “di granitica attendibilità”, anche dalla Procura, avrebbe smentito che quello scontrino gli appartenga davvero, gettando nuova luce sull’intera ricostruzione difensiva. La notizia, emersa in trasmissioni come Ignoto X, ha riaperto il dibattito mediatico e giudiziario sulla vicenda, mettendo in dubbio una delle basi principali su cui si fondava la difesa di Sempio.
Dall’altra parte, l’avvocato di Sempio ha minimizzato, sostenendo che non esistono atti ufficiali che contraddicano la versione del suo assistito. Ha inoltre chiarito che lo scontrino non costituisce un alibi legale, essendo stato prodotto in un momento processuale in cui Sempio non era formalmente indagato. Ma chi è il nuovo testimone che potrebbe riscrivere la storia del delitto? Secondo le fonti, come riporta ancora Ignoto X, si tratterebbe di un parente vicino alla famiglia Sempio, ma la Procura lo considera molto attendibile.
Andrea Sempio
Quanto riferisce il nuovo testimone viene respinto dallo stesso indagato. “Sì certo, l’ho preso io” è stata la risposta di Andrea Sempio a Chi l’ha visto? su RaiTre. “Il nostro assistito ha ribadito ciò che ha sempre detto – ha aggiunto il suo nuovo avvocato difensore, Liborio Cataliotti, insieme alla collega Angela Taccia – ma non è un commento alla notizia del testimone, perché le dichiarazioni sono state registrate lunedì sera, prima che si sapesse”.
L'avvocato Giada Bocellari
In attesa che si faccia chiarezza, arrivano i commenti sulla vicenda. “Emergono dettagli sul testimone – è quanto afferma la direttrice del settimanale Giallo, Albina Perri – sarebbe un familiare di Sempio, che sa per certo la verità sullo scontrino e anche altro… siamo a una svolta?”. Giada Boccellari, legale di Alberto Stasi, su La7 ha evidenziato che, se si dimostrasse che Stasi ha fornito un alibi falso, questo costituirebbe un gravissimo indizio di colpevolezza a suo carico. “Un alibi falso sarebbe un gravissimo indizio di colpevolezza” ha tuonato. La legale ha inoltre invitato a riflettere sull’impatto dell’opinione pubblica, osservando come la percezione mediatica di tali elementi possa influenzare la narrazione del processo.
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