Il caso
Le ipotetiche armi del delitto
L'arma usata per uccidere Chiara Poggi nel 2007 a Garlasco continua a essere uno dei punti oscuri più dibattuti del caso, con ipotesi accreditate basate sulle ferite della vittima. In un servizio di RaiNews, l'esperto forense Enrico Manieri ha illustrato diverse riproduzioni di oggetti compatibili con le lesioni riscontrate, tra cui un coltellino e strumenti contundenti.
Nelle ipotesi più accreditate al momento, a colpire Chiara alla testa sarebbe stato un martello dal peso di 300 grammi. L'ipotesi dell'attizzatoio, attrezzo per il camino scomparso da casa Poggi, sarebbe stata esclusa. Macrì mostra diversi modelli di oggetti contundenti e spiega perché e come potrebbero essere stati compatibili con le ferite inferte.
Le ferite di Chiara Poggi presentano caratteristiche diverse, con profondità e forme che suggeriscono più di un oggetto: alcune simmetriche sulle palpebre e altre penetranti. L'esperto ha portato in studio modelli realistici, come un piccolo coltellino, per dimostrare la compatibilità con le tracce autoptiche, senza però identificare un'arma definitiva. Si è parlato a più riprese di due ferite specifiche sulle palpebre, alimentando il mistero su un possibile attacco multiplo.
Nonostante 18 anni di indagini, l'arma non è mai stata ritrovata, ma le riproduzioni aiutano a restringere il campo tra oggetti battenti, taglienti o penetranti come martelli, cacciaviti o tonfa. Esperti come il professor Vittorio Fineschi hanno ipotizzato l'uso di più mezzi, con lesioni ovalari sul padiglione auricolare che escludono un unico strumento.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy