La storia
Elisa Bravi, vittima di femminicidio
Il 19 dicembre 2019, a Glorie di Bagnacavallo in provincia di Ravenna, Elisa Bravi, 31 anni, impiegata e madre di due figlie piccole, fu strangolata dal marito Riccardo Pondi durante una violenta lite in camera da letto. L'uomo, 39enne all'epoca, confessò immediatamente il delitto ai carabinieri dopo aver tentato invano di rianimare la vittima, mentre le bimbe dormivano ignare nella stanza accanto. La tragica vicenda viene ripercorsa stasera su Rai3 ad "Amore Criminale".
Elisa Bravi
I retroscena di una crisi coniugale fatale
La coppia viveva in una casa appena acquistata, ma il rapporto era segnato da tensioni profonde: Pondi soffriva di disagi psichici, depressione e sospetti ossessivi di tradimento da parte della moglie, che invece emerge dalle indagini come una donna attaccata alla famiglia e premurosa verso i problemi del coniuge. Durante la lite, Elisa gli avrebbe detto "devi farti curare", frase che precedette l'aggressione feroce protrattasi per minuti, descritta dai giudici come "ira incontrollata" trasformatasi in "determinazione feroce". Le perizie psichiatriche esclusero incapacità di intendere e di volere per l'imputato, pienamente consapevole delle sue azioni.
La casa teatro dell'omicidio
L'iter giudiziario: dall'assoluzione attenuata all'ergastolo definitivo
In primo grado, la Corte d'Assise di Ravenna condannò Pondi a 24 anni il 6 luglio 2021, riconoscendo attenuanti generiche in equivalenza con le aggravanti e tenendo conto della confessione spontanea; la pena incluse risarcimenti per oltre 2,8 milioni di euro ai genitori di Elisa, tutori delle nipoti. I familiari della vittima ricorsero in appello: la Corte d'Assise di Bologna ribaltò la sentenza con l'ergastolo, con prevalenza delle aggravanti. La difesa impugnò in Cassazione contestando perizie e aggravanti, ma il 29 settembre 2023 la Suprema Corte confermò l'ergastolo definitivo; Pondi sconta la pena in carcere, le figlie vivono con i nonni materni.
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