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Il caso

Delitto di Garlasco, l'ex pm Matone critica la sentenza di Cassazione su Alberto Stasi: "Incastrato da un passaggio processuale, ecco quale"

A Zona Bianca: "Molto pilatescamente non dice che è stato sicuramente Stasi, ma che a questo punto non ci sono elementi pieni per arrivare a una declaratoria di responsabilità, quindi cercate meglio'

Caterina Iannaci

10 Ottobre 2025, 18:08

Simonetta Matone

Simonetta Matone a Zona Bianca

"Stasi? Incastrato da un passaggio processuale". A dirlo è stata l’ex pm Simonetta Matone, ospite nelle settimane scorse di Zona Bianca, dove di consueto si è dibattuto sul complesso caso del delitto di Garlasco. L’ormai ex magistrato ha sottolineato l’importanza del ruolo del procuratore generale Cedrangolo in questa delicata fase processuale.

"Cedrangolo in questa fase processuale è il procuratore generale presso la Corte di Cassazione che rappresenta nell’ordinamento italiano il massimo responsabile dell’ufficio del pubblico ministero, cioè il pubblico accusatore per eccellenza". Ha aggiunto in merito alla requisitoria di Cedrangolo: "Di Cedrangolo ho riletto la sua requisitoria: smonta punto per punto quella che è la ricostruzione che è propria delle tesi dell’accusa. E Cedrangolo interviene in una fase processuale in cui c’era già stata una prima assoluzione fatta in primo grado, una seconda assoluzione e poi c’è stata la sua richiesta".

Il passaggio più delicato, come evidenziato da Matone, riguarda la sentenza della Corte di Cassazione che ha seguito la requisitoria: "La Corte di Cassazione secondo me molto ‘pilatescamente’ non dice nella sentenza che segue alla requisitoria di Cedrangolo: ‘è sicuramente Stasi’. Dice una cosa profondamente diversa: ‘a questo punto non ci sono elementi pieni per arrivare a una declaratoria di responsabilità di Stasi, quindi cercate meglio’. Ed è proprio qui che Stasi viene a essere ‘incastrato’, da questo passaggio processuale - ha concluso - secondo me gravissimo".

Non è la prima volta che la Matone esprime dubbi sulle precedenti scelte investigative e processuali. "Questa vicenda suscita degli inquietanti interrogativi - ebbe a dire - La sentenza Cassazione si conclude con una frase gravissima, e cioè che l’omicidio di Chiara Poggi è un omicidio d’impeto, questo vuol dire che l’assassino, all’improvviso, ha preso qualcosa in casa per uccidere Chiara, ma da casa di Chiara Poggi non manca niente. Questo è un punto interrogativo grosso come una casa".

La scena del crimine nella villetta di Garlasco

Chi è Simonetta Matone

Laureata in giurisprudenza alla Sapienza di Roma nel 1976, ha avuto una lunga carriera nel sistema giudiziario, specializzandosi nella tutela dei minori. È stata vicedirettrice del carcere Le Murate a Firenze, giudice a Lecco e magistrato di sorveglianza a Roma. Dal 1991 al 2008 è stata sostituto procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Roma. Successivamente ha ricoperto incarichi di governo, tra cui capo di gabinetto al Ministero delle Pari Opportunità. Entrata in politica con la Lega per Salvini Premier, dal 13 ottobre 2022 è deputata alla Camera.

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