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L'inchiesta

Delitto di Garlasco, il Tg1 svela i nuovi esami del sangue: ecco l'impronta del killer, spunta una scarpa insanguinata in cima alle scale. Cosa emerge, la situazione

Le prime indiscrezioni legate alle analisi scientifiche: traccia compatibile con la 33, l'ipotesi è che l'assassino si sia fermato dopo l'aggressione, osservando la scena dall'alto

Caterina Iannaci

22 Dicembre 2025, 17:41

Tg1 Garlasco

Esclusiva del Tg1, spunta una nuova traccia nella scena del delitto

Ennesima svolta investigativa nella storia infinita del delitto di Garlasco. Secondo l'ultima ricostruzione emerge una “nuova” impronta lasciata dalla suola di una scarpa insanguinata in cima alle scale, dove fu rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. L'indiscrezione è stata lanciata nell'edizione di ieri sera del Tg1, attribuita alla recente ricostruzione degli inquirenti.

La posizione della traccia

L'impronta, come viene riferito, si trova sul gradino più alto della scala e risulta compatibile con la posizione dei piedi del corpo, che potrebbe aver lasciato sul muro della stessa scala l'ormai famosa impronta palmare 33, attribuita dai consulenti della Procura all'indagato Andrea Sempio – conclusioni contestate dalle difese. Questa scoperta rafforza l'ipotesi che l'assassino si sia fermato dopo l'aggressione, osservando la scena dall'alto: il killer avrebbe dunque finito Chiara sulle scale, poi è risalito e si è fermato a guardarla morire.

La Procura di Pavia ha utilizzato la Bloodstain pattern analisys (Bpa) per nuove misurazioni e triangolazioni tridimensionali, basate sulle foto delle tracce repertate nel 2007, come quella del sopralluogo del Ris di Cagliari del 9 giugno.

Altri elementi sotto esame

Si ricorda la traccia 44, un'impronta di suola sul muro di destra della scala, al secondo gradino sotto una goccia di sangue, mai analizzata perché ritenuta "sporco" pre-omicidio. Il Ris verifica anche l'esperimento dei consulenti di Alberto Stasi, che bollava l'impronta 33 come sudore misto a sangue. Intanto, Sempio è stato sottoposto il 24 ottobre a misurazioni antropometriche dalla consulente Cristina Cattaneo, con indiscrezioni su un'ora del decesso spostata oltre la finestra 9.12-9.35.

Il nodo dell'orario della morte

La Procura ha incaricato la dottoressa Cristina Cattaneo di una nuova analisi sulle ferite della vittima, per verificare se l’aggressione si sia svolta in più fasi e se Chiara abbia tentato di difendersi. Questo riesame mira ad ampliare la finestra temporale del delitto rispetto ai canonici 18 minuti tra le 9:12 e le 9:35, stabiliti nella condanna definitiva di Alberto Stasi.

I nuovi accertamenti suggeriscono che la morte possa essere avvenuta più tardi, tra le 11:00 e le 11:30, con una lotta prolungata tra vittima e assassino. Una tesi avvalorata da uno squillo telefonico ricevuto da Chiara alle 9:45, incompatibile con la ricostruzione dei 18 minuti in cui la ragazza sarebbe già morta.

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