Per aprire questo sito web è necessario che javascript sia abilitato, correggi le impostazioni del tuo browser e ricarica la pagina. Buona lettura!

Siena, Michele Aurigi sulle aggressioni in sanità: "Serve un cambiamento culturale"

Michele Aurigi Michele Aurigi

Ha fatto rumore, e ha destato impressione, il numero delle 161 aggressioni nell'arco di un anno, il 2023, subite da medici e da operatori sanitari nel territorio della provincia di Siena: 84 ai danni di personale della Asl e 77 che hanno colpito medici e operatori sanitari del policlinico delle Scotte. Un numero, questo, che è enormemente cresciuto rispetto al 2022: nel 70% dei casi a essere colpite da aggressioni sono state donne. Il dato è stato fornito in un convegno organizzato nel rettorato dell'Università degli studi di Siena in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari.
Il rettore dell'ateneo senese Roberto Di Pietra ha parlato, nella sua analisi a questo triste fenomeno, di un problema sociale e culturale: "Siamo diventati una società aggressiva ed esasperata, e c'è da chiedersi il perché - ha affermato Di Pietra. - Dobbiamo pensare che esiste la garanzia della cura, ma che non esiste il diritto alla guarigione. Non è possibile pensare a comportamenti che portino ad aggressioni nei confronti dei soccorritori. E invece episodi di questo tipo avvengono sempre più spesso. Ciò non è accettabile, così come non è accettabile che degli specializzandi siano oggetto di aggressioni".
Viene sollecitato sul tema anche Michele Aurigi, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Siena: "Questa ormai è una questione assai nota - sono le sue parole. - Ci sono già state al riguardo anche delle campagne di sensibilizzazione a livello nazionale, ma il problema continua a esistere e anzi i numeri delle aggressioni crescono ulteriormente". Non è semplice trovare delle ricette o delle soluzioni per contrastare il fenomeno. Dichiara al riguardo Aurigi: "In alcuni presidi ora sono presenti vigilanti o forze dell'ordine, ma questa non può essere la soluzione al problema. Anche perché non possiamo pensare che possa esserci un poliziotto dappertutto. Alcuni servizi restano comunque scoperti, penso al 118 ma penso anche a reparti ospedalieri o a servizi territoriali. La questione va affrontata da un punto di vista culturale. Servono delle compagne di sensibilizzazione sul tema perché un atteggiamento diverso sia patrimonio di tutti".
Prosegue il presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Siena: "Condivido pienamente le parole pronunciate dal rettore dell'Università degli studi di Siena, Roberto Di Pietra. Per un po' abbiamo pensato che il Covid ci avesse migliorati e invece ne siamo usciti peggiorati. I nostri operatori subiscono violenza fisica o verbale, e a volte situazioni di questo tipo non vengono nemmeno segnalate. Anzi, voglio pensare che l'aumento di aggressioni del quale stiamo parlando, e segnalate dai numeri che sono stati presentati e illustrati, sia dovuto almeno in parte a una maggiore volontà rispetto al passato di denunciare questi fatti. Tante donne sono state aggredite, probabilmente nella nostra società c'è chi vede la donna come un soggetto debole e più facilmente aggredibile. Ciò è ovviamente inaccettabile. Serve una consapevolezza maggiore su queste tematiche e in generale medici e operatori sanitari vanno tutelati di più rispetto a quanto avviene adesso".

Gennaro Groppa è nato a Siena il 9 gennaio 1982. Laureato nel 2006 all'Università degli studi di Siena, nel corso di Scienze della comunicazione della facoltà di Lettere. Nella formazione universit...