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Siena, morte Rossi: la vedova risponde ad Ascheri

Monte Pio dove è morto David Rossi Monte Pio dove è morto David Rossi

Il vicolo di Monte Pio a Siena è diventato teatro di una controversia che tocca le ferite aperte di una città e di una famiglia. Raffaele Ascheri, presidente della Biblioteca degli Intronati, ha sollevato un polverone chiedendo la rimozione dello striscione "Verità per David" che ricorda la morte dell'ex manager di Mps David Rossi: "quel luogo è diventato un set per un turismo dell'orrore", ha dichiarato al Corriere di Siena, definendo la campagna mediatica degli ultimi anni "indecente".
Antonella Tognazzi, vedova di Rossi, ha reagito con forza a queste parole in una intervista di pochi giorni fa sempre al Corriere: "Che interesse hanno? Raffaele Ascheri a che titolo interviene? Chi lo ha nominato giudice morale?" Le sue domande risuonano come un'eco di sfida e dolore, rifiutando categoricamente l'idea di rimuovere lo striscione: "Perché dovrei farlo? Ascheri è il soprintendente alle belle arti?"
La controversia si infittisce con le recenti rivelazioni sulla confessione del pregiudicato De Pau, un'autoaccusa mai approfondita e rimasta nell'ombra. "La famiglia doveva essere informata. Potevamo approfondire e cercare di capire se era un mitomane", lamenta Tognazzi, sottolineando un'inadeguata comunicazione che ha amplificato il senso di isolamento e di ricerca di giustizia. "Ovviamente non emerge nessun dato in alcun modo concreto, figuriamoci un mezzo indizio serio. Non è certo la prima volta, fra l'altro, che vengono fuori notizie come queste, del tutto prive di alcun riscontro fattuale: a dimostrazione del fatto che il caso Rossi, ormai da anni, è diventato una autentica fiction, con tanti aspiranti sceneggiatori, più o meno abili" interviene Ascheri.
Il confronto tra Ascheri e Tognazzi è il riflesso di una comunità ancora in parte divisa tra la ricerca di risposte e la convinzione del suicidio. La famiglia Rossi, sostenuta dalla vedova, attende con speranza l'operato della nuova Commissione parlamentare, confidando che possa procedere "con la stessa volontà e serietà". Nel frattempo, lo striscione resta, simbolo di una lotta che non ammette barriere. Ma che continua a dividere.

Andrea Bianchi Sugarelli, nato a Siena nel 1973, è giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione, dal 1996 è nella redazione del Corriere di Siena, prima come collaboratore e p...